mercoledì 14 marzo 2012

Che colpa hanno i videogiochi

Mio figlio ha 4 anni. Quando ne aveva 2 ed appoggiavo il mio iphone sul tavolo, lui lo prendeva e sapeva usarlo per lanciare le apps e giocarci. Ora, premesso che non ne vado fiero come chi mette i video del proprio figlio che gioca con il tablet ad un anno (mai fatto), potrò comunque sembrare forse irresponsabile nell'affermare che, se oggi mio figlio mi chiede di giocare 10 minuti alla sera con la playstation (il che equivale a guardarmi mentre gioco io :P ) Non ci vedo nulla di male.

Ma facciamo un salto indietro. quando mio figlio aveva un anno, un giorno distante da oggi siedevo su di una panchina e lo osservavo mentre giocava attorno alla fontana centrale della piazza principale in città.

All'improvviso, guardando al mio fianco, ho notato un fratellino ed una sorellina (lo avrei capito pochi minuti dopo) giocare con due console portatili uno a fianco all'altro. Poi, all' improvviso, il maschio si alza, va nel vicino negozio  di giocattoli con la mamma trascinandosela dietro di peso, e ne esce con un gioco nuovo di zecca, si siede di nuovo, e non appena se ne rende conto, la sorellina, inizia ad urlare che anche lei vuole il gioco nuovo. La mamma corre a prenderglielo. Poi, rimessi i bambini sulla panchina si mette a parlare con un amica.
Io girandomi di colpo, ho fatto in tempo a salvare da morte certa mio figlio che stava per tuffarsi in fontana :)

beh...non era certa

forse....

Ad ogni modo che, andando oltre a chi pensa che sia decisamente paradossale portare tuo figlio al parco con un videogioco in tasca (cosa su cui non mi soffermo e vado oltre perché condivido in pieno il non farlo) questo avvenimento mi è restato impresso nella mente fino ad oggi, facendomi riflettere su quante volte i videogiochi siano stati visti come la peste del XXI secolo.

E mentre alcuni mi ricordano quanto i giochi elettronici rincoglioniscano,  Il mio pensiero torna a questa sera, quando mio figlio mi ha chiesto se potevamo giocare. E' forse questo che mi fa vedere il reale potenziale che i videogiochi (ed in senso lato della multimedialità) possono avere. Perchè li conosco. Non come la madre che li comprava per tenere buoni e lontano dal fango i figli.

E so che, come tutte le grandi scoperte o le grandi mode che poi cambiano le società, anche i videogiochi, vengono prima contestati e poi accettati.

Ripensando sempre a quel giorno so precisamente cosa non devo fare come genitore.

Devo informarmi dei passatempi che mio figlio sceglie, non devo puntare il dito sui videogiochi pensando che tecnologie morte come la tv abbiano ancora spazio domani nella maniera che mio figlio avrà di divertirsi, comunicare, informarsi ed informare.

Non credo ai videogiochi come alla peste, ne penso che sparirà mai quello che ci faceva divertire ieri; non credo che sparirà mai una bella partita a pallone al parco (o un bagno in fontana?) o la fantasia nell'assemblare insieme dei pezzi di lego, o ancora il disegnare su un foglio bianco, ma quello che credo fermamente è che sta al nostro buon senso insegnare le regole del gioco ai nostri figli, confrontandoci con loro ed evitando di ricadere vittima del giudizio generazionale che pesava su chi nei 70 si è messo i jeans, negli 80 guardava la tv (e i porno inVHS)e nei 90 giocava con la playstation.


Ed insegnandogli le regole del gioco, informandoci a nostra volta molto bene, magari insieme riusciremo ad infrangerle verso il prossimo schema :)



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