Mio figlio ha 4 anni. Quando ne aveva 2 ed appoggiavo il mio
iphone sul tavolo, lui lo prendeva e sapeva usarlo per lanciare le apps e
giocarci. Ora, premesso che non ne vado fiero come chi mette i video del
proprio figlio che gioca con il tablet ad un anno (mai fatto), potrò comunque
sembrare forse irresponsabile nell'affermare che, se oggi mio figlio mi chiede
di giocare 10 minuti alla sera con la playstation (il che equivale a guardarmi
mentre gioco io :P ) Non ci vedo nulla di male.
Ma facciamo un salto indietro.
quando mio figlio aveva un anno, un giorno distante da oggi siedevo su di una
panchina e lo osservavo mentre giocava attorno alla fontana centrale della
piazza principale in città.
All'improvviso, guardando al
mio fianco, ho notato un fratellino ed una sorellina (lo avrei capito pochi
minuti dopo) giocare con due console portatili uno a fianco all'altro. Poi, all'
improvviso, il maschio si alza, va nel vicino negozio di giocattoli con
la mamma trascinandosela dietro di peso, e ne esce con un gioco nuovo di zecca,
si siede di nuovo, e non appena se ne rende conto, la sorellina, inizia ad
urlare che anche lei vuole il gioco nuovo. La mamma corre a prenderglielo. Poi,
rimessi i bambini sulla panchina si mette a parlare con un amica.
Io girandomi di colpo, ho fatto in tempo a salvare da morte certa
mio figlio che stava per tuffarsi in fontana :)
beh...non era certa
forse....
Ad ogni modo che, andando oltre a chi pensa che sia decisamente
paradossale portare tuo figlio al parco con un videogioco in tasca (cosa su cui
non mi soffermo e vado oltre perché condivido in pieno il non farlo) questo
avvenimento mi è restato impresso nella mente fino ad oggi, facendomi
riflettere su quante volte i videogiochi siano stati visti come la peste del
XXI secolo.
E mentre alcuni mi ricordano
quanto i giochi elettronici rincoglioniscano, Il mio pensiero torna a
questa sera, quando mio figlio mi ha chiesto se potevamo giocare. E' forse
questo che mi fa vedere il reale potenziale che i videogiochi (ed in senso lato
della multimedialità) possono avere. Perchè li conosco. Non come la madre che
li comprava per tenere buoni e lontano dal fango i figli.
E so che, come tutte le grandi
scoperte o le grandi mode che poi cambiano le società, anche i videogiochi, vengono
prima contestati e poi accettati.
Ripensando sempre a quel giorno so precisamente cosa non devo fare
come genitore.
Devo informarmi dei passatempi
che mio figlio sceglie, non devo puntare il dito sui videogiochi pensando che
tecnologie morte come la tv abbiano ancora spazio domani nella maniera che mio
figlio avrà di divertirsi, comunicare, informarsi ed informare.
Non credo ai videogiochi come
alla peste, ne penso che sparirà mai quello che ci faceva divertire ieri; non
credo che sparirà mai una bella partita a pallone al parco (o un bagno in
fontana?) o la fantasia nell'assemblare insieme dei pezzi di lego, o ancora il
disegnare su un foglio bianco, ma quello che credo fermamente è che sta al
nostro buon senso insegnare le regole del gioco ai nostri figli, confrontandoci
con loro ed evitando di ricadere vittima del giudizio generazionale che pesava
su chi nei 70 si è messo i jeans, negli 80 guardava la tv (e i porno inVHS)e nei 90
giocava con la playstation.
Ed insegnandogli le regole del
gioco, informandoci a nostra volta molto bene, magari insieme riusciremo ad infrangerle verso il prossimo schema :)
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