mercoledì 18 maggio 2011

Gli immigrati, una scintilla di innovazione per l’Italia

Di solito non mi piace copiare ed incollare, ma contro chi si rifiuta di capire una prospettiva diversa sulle cose alle volte è illuminante.

Da Wired:

"Facciamo il caso che domani incontrate uno che vuole sparare ai clandestini prima che sbarchino sulle nostre coste. O anche solo fermarli con un blocco navale. Oppure, più comunemente, uno che abbia una umanissima paura, e che li veda come una disgrazia. Insomma, uno che diversamente da voi non abbia capito che gli immigrati sono un piccolo problema logistico da risolvere se ti chiami Italia e insieme una grande benedizione per un paese vecchio e stanco come il nostro.

Quelli che oggi ci appaiono come un popolo lacero e disperato, sono in realtà potenzialmente una scintilla di innovazione. Come lo furono in Silicon Valley dove indiani e cinesi, quando India e Cina erano ancora quasi terzo mondo, hanno giocato un ruolo fondamentale nel boom tecnologico. Perché chi si lascia tutto alle spalle per cercare fortuna ha fame non solo di pane ma di vita. E ha coraggio. Sono affamati e sono pazzi, direbbe Steve Jobs (che è figlio di un siriano, come Jeff Bezos ha origini cubane e Sergey Brin russe e Jerry Yang taiwanesi e...).

Ecco, non ci crederete, voi che avete il futuro negli occhi, ma ci sono italiani che non lo capiscono. E queste persone non le convincerete mai con la mozione degli affetti, la pietà umana o con il ricordo dei nostri trenta milioni di emigranti. Parlategli invece di soldi. Ditegli che gli immigrati già oggi pagano le pensioni ai nostri genitori e ai nostri nonni. Non è uno slogan, è un fatto. Ditegli che senza stranieri già oggi l’Italia resterebbe senza almeno la metà di pescatori, muratori, tate, colf, camionisti, raccoglitori, conciatori, addetti ai rifiuti: si tratta di tutti quei lavori che noi non facciamo più perché la fatica è inversamente proporzionale al guadagno, e visto che il guadagno è minimo, immaginate la fatica quanta può essere. Ditegli che fra dieci anni in Italia ci saranno 5 milioni di ultraottantenni e molti avranno bisogno di una badante: ci manderanno le loro figlie?

Ditegli insomma che se davvero sono dannatamente egoisti e vogliono fare solo il sacrosanto interesse dell’Italia, allora gli conviene far finta di essere generosi e tendere la mano a chi arriva. Si sentiranno dire “grazie”, ma se saremo capaci di accoglierli e integrarli, i disperati di oggi, siamo noi che presto dovremo ringraziarli. "

Grazie Riccardo Luna.

giovedì 3 marzo 2011

a new beginning?

Oggi, alcune persone da cui potrebbe seriamente dipendere il mio futuro, piuttosto di farmi tante domande dettate dalla circostanza per cui ero li mi hanno rivolto una domanda che non mi sarei mai aspettato in un contesto come era quello in cui mi trovavo.

Ad un certo punto del nostro discorso uno dei due mi ha chiesto:
"cosa è per te internet?"
Sbigottito per una manciata di secondi credo che un sorriso mi si sia dipinto in volto praticamente subito.
Forse questo anno e mezzo di blog mi è servito a prepararmi la risposta, ma il brivido che mi percorreva la schiena era dovuto al fatto che volevo rendere il concetto implicito nella mia risposta nella maniera più perfetta possibile.

"Per me internet è una speranza…"
Forse avrei potuto chiudere li il discorso. Lasciar loro intendere quello che avrebbero voluto sentirsi dire…Ma forte di una lezione sentita e studiata più volte ho pensato che non ci fosse posto migliore per esporre il mio pensiero, e credo fosse quello che volevano sentire.

"si…decisamente. Una speranza. una speranza che le cose potranno presto cambiare, che ci sarà un futuro più a misura di individuo, dove sarà possibile guardare oltre alla crisi con speranza e preparare un nuovo posto per mio figlio dove non sarà più necessario che lui si cerchi un lavoro, ma dove lui stesso potrà crearselo. Internet detterà le nuove norme dell'economia, dell'informazione, i blog non saranno una perdita di tempo ma racconteranno di tempi lontani in cui c'è chi li credeva di poter diffondere messaggi pieni di speranza sperando che qualcuno li ascoltasse. Forse non capiremmo mai come tutto questo cambierà, pochi hanno la lungimiranza di vedere cosa ci sarà, ma penso che sarà meglio di oggi, tempo in cui le generazioni non native di internet faticano ancora a capire come si accende il computer…. e dove nonostante tutto la rete aiuta popolazioni oppresse a rovesciare tirannie, si fa temere dai governi, aiuta la gente a ridurre le distanze e a dare davvero una possibilità a chi ha voglia di crederci davvero, a quelli come me"

venerdì 28 gennaio 2011

il senso del buonsenso

In questi giorni in più di un'occasione mi è capitato di parlare con persone in merito ai tempi in cui viviamo, in relazione a quello che vado scrivendo in queste pagine....
In molti casi ultimamente mi è capitato di trovarmi piuttosto "solo" nelle mie cavalcate entusiastiche verso il futuro....poichè molti miei coetanei (e non) vedono un futuro in cui, almeno marginalmente, il continuo susseguirsi di tecnologie il ritrovarci sempre di più serviti magari rischierà di indebolire lo spirito d'iniziativa umana, rammollendo sempre di più il genere umano...

Molti scrittori, soprattutto nel campo della fantascienza, l'hanno vista così. Alcuni addirittura (e nemmeno guardando troppo in la' negli anni) sono arrivati a teorizzare l'estinzione o quasi della razza umana, per la sua superbia nel voler cambiare il mondo infischiandosene di tutto.
Del resto, a ben vedere, come dare torto a prescindere a qualcuno che, provando a passare alla storia come visionario, magari ci ha pure azzeccato?
Se guardiamo a come il nostro pianeta ci sta dando il benservito dopo anni in cui abbiamo fatto finta di nulla sui rischi che le nostre scelte avrebbero potuto comportare ci sarebbe già da deprimersi, chiudere baracca e burattini ed aspettare il prossimo tsunami.

Ma non è per imbaracarmi nell'ennesima crociata ambientalista che sto scrivendo. Ne per ricadere su qualche altro argomento specifico. Altrimenti rischierei veramente di mostrare al mondo di quanto sono ignorante su tutto.

Per cui parlo a chi in questi giorni mi ha detto, più o meno pacatamente, che il futuro potrebbe non essere così squisitamente servito e riverito dalla tecnologia come alcuni vedono.
E sia chiaro, Sarò disposto ad accettare qualsiasi tipo di risposta. Credo che questo posto, se così lo si può chiamare, a suo tempo sia nato per questo. ed è proprio da qui che parte la mia idea, e la mia visione delle cose.

So i rischi a cui tutto questo potrebbe portarci un giorno. Non voglio non vederli. Ho già scritto di una nuova generazione che sta nascendo sotto il segno di internet, ma prima che a qualcuno questo susciti un brivido lungo la schiena, si pensi alle lezioni del passato che oggi l'umanità non ha ancora imparato, si pensi che oggi c'è ancora chi muore di fame, o chi non ha un'istruzione, Si pensi alla stagnazione che alcuni governi hanno voluto o stanno volendo per i loro popoli. Per schiavizzarli, ridurli in catene. Fino a quando qualcuno un giorno è morto per la terra che amava, ho ha reagito alla violenza con la non violenza.
DIVENTANDO ISTITUZIONE.
CAMBIANDO IL MONDO.

Per quello c'è da rabbrividire, forse ancora prima che per la merda che un bambino può trovare girando sulla rete.
E secondo me il punto è proprio quello. Non credo sia la tecnologia ad essere la potenziale minaccia per il futuro. Credo che sia l'uomo a farne un uso sbagliato. Certo, il discorso è forse troppo complesso per chiudersi in una frase tanto dogmatica quanto sintetica. Del resto, filosofeggiandoci su, è l'uomo che crea la tecnologia, per cui se lo scopo è malvagio anche la tecnologia lo sarà. L'intento per cui gli uomini compiono certi tipi di scelte. La consapevolezza delle conseguenze delle stesse.
IL BUONSENSO. E' quello che, in passato, è mancato. Forse troppo spesso. L'esclusività di alcune scelte a vantaggio di pochi, la mancanza di informazione a chi poi avrebbe subito. E quello che, ancora oggi, manca nell'essere umano.

E ciò che è peggio è che, a fronte di questa mancanza, si ha ancora bisogno di regole per sapere che puoi guardare e non toccare, annusare e non mangiare.
Ed è la società ad imporci tali regole, come soluzione al problema, sperando che poi un giorno, avremo imparato a stare al mondo annusando e guardando grazie quella regola che, fino al giorno prima, ci diceva come fare.

E questo che, secondo me come esseri umani cresciuti con le regole, non siamo nemmeno in grado di comprendere lontanamente.
Che gli imperi di oggi sono polveri di domani, e che tutto questo CAMBIERA'.
La rete è già l'esempio tangibile dell'inizio di questo cambiamento. I primi focolaii che già da tempo fanno da battistrada ci fanno già intravedere concetti nuovi come AUTOREGOLAZIONE, COMPORTAMENTO ETICO, RISPETTO, che benché sia una parola vecchia ad alcuni potrebbe suonare come nuova.

E' per questo che la vedo così rosea. Perché , infondo, forse siamo ancora tropo distanti per vedere chiaramente quello che questo periodo forse così importante per alcuni un giorno distante da oggi, decreterà forse che chi fino a ieri si è dovuto sacrificare non debba farlo anche domani, che in una maniera nuova e forse a noi "vecchi" della rete non del tutto chiara, i rapporti fra i popoli e i problemi ritenuti fino a ieri insormontabili possano essere superati insieme, abbattendo le barriere, sbriciolando gli status quo, e dandoci la possibilità di metterci il nostro buon senso, mostrando al mondo la gloria e la grandezza umana.

martedì 4 gennaio 2011

Il peso del mondo

Quello in cui stanno crescendo le generazioni internettizzate (quelle nate quando internet già c'era) è indubbiamente un periodo di transizione. So di non dire nulla di nuovo in realtà, e quanto appena detto mi rende tanto felice quanto preoccupato.

Felice perchè solo al pensare come internet si evolverà in TUTTI i campi renderà indubbiamente la vita migliore a mio figlio, ai nostri figli.
Immagino un futuro più prospero dove dove dalla vita di tutti i giorni ai problemi più complessi inerenti al perpetrarsi della vita umana tutto sarà più semplice.

Dove il lavoro non si dovrà più trovare, ma ognuno saprà crearselo, dove la qualità di ogni bene o servizio sarà reale per un inversione della comunicazione pubblicitaria, che partirà da cosa la gente pensi di questo o di quel prodotto, alla formula per curare una malattia o alla effettiva verdicità di una notizia.

Vedo un futuro di speranza, perchè dove oggi internet resta ancora un incognita per molti che non sanno cos'è o che non ne hanno accesso, un giorno quello che c'è dietro a questa grande privazione cadrà.

La mia preoccupazione invece, deriva dal fatto che come già detto questo periodo rappresenta una transizione storica che però non è ancora passata, e la responsabilità di questo passaggio è nelle nostre mani.

Benchè ormai le maniere di navigare si stiano sempre di più diversificando (basti pensare alla navigazione mobile, ai dispositivi altrenativi, ai sistemi di app ed ai sistemi operativi "chiusi") se da un lato queste nuove maniere di vedere la rete siano un'evoluzione della rete stessa, dall' altro sono un tentativo di avvicinare le generazioni che restano tagliate fuori, fornendo loro sistemi sempre più facili ed intuitivi per chi di computer o di rete non ci capisce nulla.
Con somma gioia vedo le generazioni avvicinarsi, i giovani tendere una mano ai vecchi senza necessariamente curarsi dei commenti di questi ultimi...
Cosa c'è di preoccupante allora?

C'è che, come addetto del settore, vedo sfide sempre più grandi nell'abbattimento di questa barriera, che infondo è veramente cosa di poco conto se paragonata alle generazioni ancoraa venire, ma che comunque getta le fondamenta per un solido ponte che traghetterà le nostre vite nel futuro.

Chi in questo settore ha fatto scuola ci insegna di saper stupire chi naviga la rete con i nostri prodotti prevedendo le necessità dei fruitori finali, e il sapere di poter cavalcare l'onda con idee sempre fresche e soprattutto che funzionano è, a fronte delle scoperte che continuamente si susseguono, un'obiettivo che se raggiunto oggi per chi di computer ci capisce poco e niente, un domani renderà la vita decisaente più facile a chi è nato con la pappa pronta. E se riusciremo a scaricarci dalle spalle il peso di questo mondo che ci rende le cose già molto difficili, immaginiamoci una strada già spianata per chi, domani, oltre ad ascoltarci, saprà anche spiegarci cosa staremo dicendo :)